Captain America: Civil War – Recensione
Parlare di questo film richiede tre premesse.
La prima è che – mentre sappiamo bene quanto i parenti siano importanti nel passato dei super-eroi, spesso segnato da tragedie che spronano a un superiore senso di giustizia/vendetta – l’attuale deriva dei film supereroici, in particolare, ci rivela che a loro gli si può toccare tutto, tranne la mamma. Lì si adirano e sono pronti a menarsi anche tra loro.
La seconda è che, da sempre, reputo l’uomo ragno il migliore tra gli eroi Marvel e sono profondamente addolorato del destino che ha segnato la sua storia cinematografica. Sam Raimi ha fatto due film capolavoro, salvo chiudere la trilogia con un aborto orrido che ha rovinato quanto fatto prima (il regista di Evil Dead ha sprecato persino Venom!). Era necessario ripartire, ma pare proprio che la Sony non ne fosse capace, come dimostrano gli scarsi successi di Garfield (l’attore, non il gatto).
La terza è che apprezzo in particolare i film di Cap. America, perchè trovo che in essi la Marvel riesca a distaccarsi maggiormente dal tema super-eroi e creare degli ottimi film d’azione in senso ampio. Il secondo capitolo di Cap., Winter soldier, non aveva nulla da invidiare agli ultimi James Bond. I personaggi spesso sono privi di super-poteri, ma sono soltanto abili combattenti. Lo stesso Cap. è un supersoldato, fortissimo sì, ma senza particolari doti, tranne uno scudo molto duro. Ci sono intrecci di spionaggio e ottime trame. Sono film che possono piacere a tanti tipi di pubblico.
Chiarite queste tre cose, posso parlare del film. Mentre mi attendevo troppo da Batman vs. Superman (con aspettative solo in parte ricambiate, la mia recensione è qua), mi aspettavo poco o nulla da questo film e invece sono stato profondamente appagato.
La trama è ben strutturata, i dialoghi sono buoni e funzionali, i personaggi – tanti, da tenere uniti – sono comunque ben caratterizzati. Una buona parte del film si struttura proprio con quelle tematiche da spy-story alla 007 che citavo sopra.
Gli eroi Marvel hanno più volte creato disastri, cagionando anche vittime collaterali tra i civili (nulla pare contare che questo avvenisse salvando l’intera razza umana dall’estinzione per mano di alieni o dei malvagi, leit motiv anche in Batman vs. Superman). L’ONU vuole che gli Avengers si sciolgano o passino sotto il controllo della politica.
Il solo personaggio che pare ribellarsi a tutto questo è Cap. America. Un dialogo fa capire l’importanza, alle volte, di essere il solo a fare la cosa giusta, sempre e comunque, a costo di mettersi contro il mondo intero, se necessario (altro paragone con il film DC già citato, ma qui espresso in maniera più chiara e coerente). Non è forse questo che contraddistingue il super-eroe? Non è questo che rende il Cap. ciò che è? Un simbolo.
Del resto è un nuovo, euforico e giovanissimo Peter Parker a ricordarci cosa dovrebbe spingere ogni eroe a essere tale: che da grandi poteri derivano grandi responsabilità; perchè succedono cose brutte quando non si fa attenzione a usare quei poteri. Qualcosa che Tony Stark, alias Iron-Man, per quanto geniale, pareva non avere mai capito prima.
Lo scontro civile tra super-eroi rappresenta il momento di maggior azione del film e sicuramente l’attimo più atteso e scenografico. Piace, convince, avvince. Presentandoci uno Spider-man che presto tornerà e che, per quanto lontano in alcuni dettagli fondamentali dall’originale (ad es. la tuta e zia May), riprende lo spirito più puro del personaggio, confermando che la Marvel sa davvero come gestire i suoi eroi, come da decenni li gestisce. Al punto che troviamo uno spider-man spiritoso, intelligente e – diciamolo – quasi più forte di tutti gli altri personaggi sulla scena. Come dovrebbe essere.
Il film, in definitiva, è ottimo e ne suggerisco la visione soprattutto agli amanti del genere.
Attendo curioso i prossimi episodi dell’arrampicamuri e i capitoli di Infinity War in cui dovremmo rivedere uniti e in numero esteso, ancora una volta, i super-eroi più amati di sempre.