Stephen King + Richard Chizmar – La scatola dei bottoni di Gwendy – Recensione
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LA SCATOLA DEI BOTTONI DI GWENDY, di STEPHEN KING e RICHARD CHIZMAR è un romanzo breve, pubblicato come sempre da Sperling&Kupfer, che rappresenta la prima collaborazione tra il noto Maestro dello horror americano e questo nuovo e promettente Autore, nato come Editore dell’etichetta Cemetery Dance (che da anni propone edizioni speciali e/o limitate di libri di King, così passato dal ruolo editoriale a quello di co-autore, forte di anni di collaborazioni commerciali).

Trama: Che cosa accomuna una ragazza che non si arrende e un seducente uomo in nero? Una cosa preziosa: la scatola dei bottoni di Gwendy. Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l’estate: correre tanto da diventare così magra che l’odioso stronzetto non le darà più fastidio. 
Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l’uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo.
Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell’oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.

Il libro consta di circa 240 pagine, ma inganna: è pubblicato con un formato tale che, anche per l’ampio uso di pagine bianche ed illustrazioni, pare costituire un corposo volume, ma invece è effettivamente composto da un romanzo molto breve – un centinaio di pagine effettive – che si legge in circa due ore nette (francamente, si poteva salvare qualche albero e pubblicare il tutto in un formato meno pomposo, con un prezzo più contenuto).

L’idea alla base del racconto è intrigante e la storia si sviluppa bene, scorrevole, con il classico stile di King, difficile – penso – da distinguere da Chizmar, a prescindere dal reale ed effettivo contributo di entrambi alla storia (quale che sia l’opinione sull’esistenza di ghost-writer per King, sempre più co-autore dei propri volumi).

La storia rappresenta la classica crescita adolescenziale che appare, come tema caro, in molte delle opere di King, collocandosi nell’immaginario paese di Castle Rock che, per geografia e atmosfera, conferma il classico scenario americano del Maine tipico dell’Autore. Come sempre è magistrale e raffinato l’inquadramento psicologico della protagonista, con grande sensibilità verso il genere femminile, mentre appare più piatta e bidimensionale la figura di Mr. Farris, funzionale esclusivamente all’innesco della trama, comunque ben scritta e coinvolgente.

Tuttavia, ritengo che verso il finale il libro perda parte del suo carisma: senza rivelare nulla, posso dire che laddove la trama poteva sorprendere con idee originali, ritroviamo alcuni cliché tipici (e abusati) di King, peraltro abbastanza previsti e prevedibili, che non apportano alcun pregio al libro, anzi sminuendone la portata e conducendo a un finale piatto e scontato, poco soddisfacente.

Un volume che offre molto poco dal punto di vista dello horror e che comunque può costituire un piacevole divertissement di una serata.

Mark Alan Miller – Hellraiser: Il tributo – Recensione
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In contemporanea con gli USA, ecco la prima edizione italiana della novella ‘Hellraiser: The Toll’ (2018), in italiano “Il tributo”, romanzo breve che va a inserirsi nella saga di Hellraiser, ideata da Clive Barker e in questo caso scritta da Mark Alan Miller, dopo il romanzo ‘Schiavi dell’Inferno’ (The Hellbound Heart, 1986) e prima di ‘Vangeli di Sangue’ (The Scarlet Gospels, 2015), tutti pubblicati da Indipendet legions.

Sebbene il libro rappresenti un capitolo a metà tra le altre opere, in buona parte mi pare quasi svolgersi in parallelo con Vangeli di sangue e francamente suggerirei comunque di leggerlo dopo aver letto entrambi gli altri volumi, per meglio poter comprendere alcuni riferimenti che altrimenti rischierebbero, a mio giudizio, di restare un po’ impalpabili, se non dei potenziali spoiler.

In questo romanzo breve (circa 90 pagine, con illustrazioni b/n originali di Clive Barker e, in questa edizione, con una splendida copertina di Daniele Serra, già autore della copertina di Schiavi dell’Inferno) ritroviamo il ben noto personaggio di Pinhead, demone con la testa piena di chiodi dell’Ordine dei Cenobiti, ben noto nell’immaginario anche cinematografico della saga; ma ritroviamo soprattutto il personaggio di Kirsty Cotton, già apparsa nel primo capitolo della storia, cioè nel suddetto Schiavi dell’Inferno.

Il romanzo, risponde alla domanda che molti, forse tutti si ponevano, sul destino di questo personaggio umano e mortale, e la sua attuale posizione rispetto all’Ordine dei Cenobiti, separati dal nostro mondo solo da sottilissimi confini che in un attimo possono frantumarsi, trascinandoci nell’orrore. La trama rivela nuovi dettagli anche su Lemarchand, il mitico creatore delle Configurazioni del Lamento, le scatole capaci di evocare i Cenobiti.

Come atmosfera ed eventi, ma anche nello stile, il romanzo è molto più simile al primo capitolo della saga e più distante dal tono “scanzonato” e avventuroso di Vangeli di Sangue: il libro è comunque scritto bene e si legge in grande scioltezza, essendo sintetico e piacevole… Sul finale non rivelo nulla, ma auspico che questo titolo possa anticipare altri spiragli per nuove evoluzioni della trama, magari in un capitolo che prosegua gli eventi laddove si era chiuso Vangeli di Sangue.

Francesca Caldiani – Twizel – Recensione
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Twizel – che si pronuncia tipo “Tuaizel”- è una località della Nuova Zelanda realmente esistente, apparentemente composta da case ordinate, natura variopinta e splendidi laghi. Ma è anche la cornice in cui si svolge l’omonimo romanzo fantastico, edito da La Corte Editore e scritto da Francesca Caldiani, giovane autrice italiana,  alla sua seconda prova dopo Jonas Grinn, altro romanzo di fantascienza dal taglio Young adult, pubblicato invece da Watson editore.

Trama (dal sito ufficiale): Twizel, Nuova Zelanda. Tutti si conoscono sin dalla nascita. Per Carly Brooks, sedici anni, il villaggio rappresenta l’inferno in cui è costretta a vivere, vittima del bullismo dei compagni. Eppure ha un segreto: la sua migliore amica è stata Lauren Brydon, ragazza molto popolare morta misteriosamente due anni prima in un incidente sul lago Pukaki. Da allora Carly progetta di risolvere il mistero, ma per farlo è costretta a coinvolgere il fratello gemello di Lauren, Bentley e Oliver Riley, da sempre suo carnefice. La ricerca della verità porta i tre ragazzi sulle sponde del lago, dove tutto è cominciato, che farà loro scoprire che dietro a quelle acque cristalline è nascosta un’altra dimensione, un’altra Twizel. Scopriranno inoltre che la loro vita non è quella che ricordano, che la loro memoria è stata in realtà inculcata da qualcun altro e che ci sono più segreti di quanti ne avrebbero mai immaginati.

Il romanzo è etichettato come fantascienza, ma di fatto è quel tipo di genere che io preferisco definire come “fantastico” in generale, perché ha elementi e componenti che fatico a circoscrivere così nettamente in un genere definito e che, anzi, rendono la trama più immaginifica di quanto l’etichetta fantascientifica porterebbe inizialmente a ipotizzare, quasi parendo riduttiva alla fantasia dell’Autrice.

Francesca Caldiani ha uno stile molto asciutto e veloce, quasi tagliente: frasi brevi, ma efficaci, che con pochissime parole – quelle giuste – sanno esattamente trasmettere il concetto che vogliono. Uno stile che ricorda quello di Autori d’oltreoceano, in questo maestri rispetto a molti europei, a dimostrare che anche in Italia, fra nuove generazioni, esistono Autrici capaci di fare altrettanto. E bene.

Accanto alla Twizel reale, si cela un’altra realtà parallela, di fatto di natura psichica: una sorta di limbo mentale, in cui solo alcune tipologie di persone riescono ad accedere, rispondendo geneticamente più o meno bene a una sostanza delle acque del lago Pukaki, la Prointermina, descritta così bene dalla Caldiani che vi troverete a cercarla su Wikipedia… In questa sorta di realtà virtuale di natura psichica, ecco prendere piede una realtà alternativa, dove la capacità di creare con la mente può rendere dei veri e propri esseri potenziati, in uno stile che ricorda gli eroi dei fumetti Marvel o il mondo di Matrix.

“E se tutto quello che ricordi non fosse reale?” è la grande domanda che sorregge la trama del romanzo, che in realtà porta a indagarsi sulla vera natura della mente e dei ricordi, delle nostre percezioni ed emozioni, in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia e dal virtuale, a scanso di quelle piccole “carezze” della vita, attimi o istanti veri, che soli ci sanno davvero scuotere nel profondo. Cos’è infatti la vita, se non un evento psichico all’interno della nostra percezione sensoriale e mentale, una solipsistica prigionia in un mondo di ipotesi e verifiche?

Tutto questo porta a domandarsi l’Autrice, in una trama che ricorda scene e ritmi dei serial televisivi moderni, con atmosfere e personaggi che, iniziando in una Twizel reale che ricorda una Castle Rock di Stephen King, porta allo sviluppo dei personaggi sia in un senso sentimentale (in stile Young Adult e romantico), sia in un senso più dinamico, in cui teorie “fantascientifiche” (talvolta persino complesse) si intrecciano con scene di azione e un susseguirsi di colpi di scena, affatto scontati, in un ritmo sempre più incalzante e crescente verso il finale…

Un finale “aperto” che lascia la voglia di leggere ancora di questi personaggi, di cui sicuramente troveremo presto altre avventure.

L’Autrice: Francesca Caldiani, Avvocato e scrittrice di Bergamo, appassionata di fantascienza, si è fatta conoscere al grande pubblico con Jonas Grinn, romanzo per ragazzi pubblicato da Watson Edizioni. Twizel è il primo romanzo con La Corte Editore.

FrancescaCaldiani