Somnia – Recensione
Somnia (Before I wake) è un film horror del 2016 (diretto e scritto a più mani da Mike Flanagan) incentrato sulla vicenda di un bambino orfano, perennemente affidato a famiglie diverse (che subiscono varie tragedie), di fatto capace di dare vita, in forma materiale, ai suoi sogni e ai suoi incubi… Con il risultato che, se i sogni sono bellissime farfalle meravigliose e permettono di riabbracciare persone care e rivivere momenti passati, gli incubi sono la personificazione di un mostro – “l’uomo cancro” – capace letteralmente di divorare la gente.
L’idea non è nuovissima – concettualmente ricorda “Nightmare” – ma è gestita in maniera originale e conturbante.
Il cast (Thomas Jane e Kate Bosworth) non brilla, nonostante faccia il suo lavoro egregiamente: il bambino protagonista (Jacob Tremblay) è bravo e penso lo rivedremo presto in altre pellicole.
Il film è piacevole, nonostante siano pressoché assenti scene di terrore vero e non conceda particolari tremori o salti sulla sedia.
La trama, costellata di personaggi dalla psiche al limite col patologico (e discutibili come genitori), tende a una involuzione che porta a domandarsi “dove andranno a parare” con il dubbio che finisca tutto in uno dei due modi classici del vicolo cieco: “tarallucci e vino” o “vaccata”.
Da qui seguono possibili spoiler…
Di fatto il finale fonde assieme le due paure precedenti, finendo in un “tarallucci e vino” che è anche “vaccata”: non si chiarisce quasi nulla, né è chiaro il destino dei personaggi, ma veniamo rassicurati (?) che tutto è tornato più o meno alla normalità (?!).
Di fondo tutto gira intorno a una personificazione del cancro che ha divorato la madre del bambino in una entità mostruosa (cosa che si capiva quasi da subito); ma gli autori non si spingono oltre nel dare un senso e una coerenza a una storia che probabilmente non sapevano nemmeno loro dove volesse andare a parare e come finire.